sabato 31 agosto 2019
Siamo abituati a lasciarci trasportare dagli eventi di ogni giorno nel campo politico, economico e in parte anche di storia contemporanea dei paesi lontani. Dimentichiamo che il mondo non è fatto solo di chilometri ma che accanto a noi si vivono e si soffrono, in diversa misure, tutto ciò che avviene vicino e lontano. I temi che passano nelle mani del giornalista hanno vita breve e, se non si ripetono, si consumano in pochi fogli di giornale quotidiano anche le azioni e la vita di chi ha costruito i propri giorni nello studio, nell'impiego personale e nella ricerca storica e contemporanea della verità. Mi viene alla mente la figura dell'amica Maria Garbari, docente di storia, scrittrice, massima autorità della storiografia trentina, ora mancata alla mia amicizia, al mio affetto e soprattutto alla riconoscenza per il suo infinito raccogliere di documentazioni storiche. Tra queste una importante raccolta di documenti diplomatici e di pubblicazioni dall'epoca asburgica fino al secondo dopoguerra. Maria aveva dedicato la sua vita e la sua intelligenza alla ricerca storica, portata avanti con grande passione senza dimenticare, nei suoi scritti il mondo del nostro tempo che giudicava con severità e passione. Questa grande donna, della quale il Trentino dovrebbe essere orgoglioso, aveva la bontà di venirmi incontro quando andavo nel mio paese a parlare di mio padre. Erano piccoli centri che mi cercavano ogni anno dove il nome di De Gasper, ancora oggi suscita interesse, ricordi e forse nostalgia. Maria Garbari si faceva trovare tra il pubblico, semplicemente. Grande studiosa anche dei temi che riguardano la donna, attenta ai principi della sua libertà, ascoltava le mie modeste parole con amicizia e bontà. Ricordo la sua casa a Pergine, così ricca di tutto ciò che la cultura dell'epoca poteva offrire: antichi mobili di famiglia, raccolta di ritratti storici e la vastità di un archivio che sembrava voler tenere al di fuori di occhi curiosi, ma aperto a chi amava lo studio, il lavoro intellettuale, l'incontro con uomini di pensiero con i quali non risparmiava anche critiche all'ambiente culturale della sua terra. Ci siamo incontrate negli ultimi anni della nostra vita ma la vivacità della sua intelligenza, l'amore alle novità, il piacere di studiare ancora a fondo le questioni attuali, rendevano il suo viso attento e gli occhi giovani. Ci ha lasciato pochi giorni fa a 88 anni con un piccolo respiro come se lo attendesse da tempo. Così avviene alle donne e agli uomini che hanno compiuto il proprio tempo con serietà e tenendo sempre presente il bene degli altri, dimenticando la vanità, ma cercando la giustizia regalando le fatiche del proprio impegno e del proprio studio a chi non ne ha avuto il tempo o la capacità. Ciò che mi impressiona è la velocità con la quale siamo pronti a dimenticare anche queste donne e questi uomini che ci hanno arricchito la vita.
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