Maria, orfana a 10 anni e lontana dal Niger Un «affido» per sempre
venerdì 8 febbraio 2008
Maria è una bambina di 10 anni di nazionalità nigeriana; è vissuta con la mamma fino a quando nel 2002 la donna è morta. Del padre non si sa nulla. Maria è stata così inserita in una famiglia affidataria e poi in una comunità ligure dove tutt'ora vive, mantenendo costanti rapporti con due fratelli maggiori, anche loro ospiti di una comunità per adolescenti, sempre in Liguria. Maria gode di buona salute, è intelligente, ha grande capacità di adattamento. Di lei si occupano i Servizi sociali del Comune di Genova e un'èquipe psico-sociale che ha evidenziato la necessità di affidarla a una famiglia a tempo indeterminato. La famiglia affidataria, secondo lo psicologo che segue la bambina, dovrebbe avere alcuni requisiti: essere una coppia senza figli o con figli di età superiore ai 10 anni perché Maria, proprio per le sue vicissitudini, ha bisogno di un rapporto esclusivo e privilegiato. La famiglia, che potrà usufruire del sostegno dei Servizi sociali, dovrebbe essere residente nel nord Italia, preferibilmente in Liguria, Piemonte o Lombardia, proprio per poterle garantire un costante rapporto con i fratelli, l'unica parte della sua famiglia di origine che le è rimasta.
Per informazioni: Aibi - Amici dei bambini, tel. 02.988221 (chiedere di Irene Bertuzzi), email: irene.bertuzzi@amicideibambini.it.

Per il piccolo Roma abiti caldi e cibi sani

Fin dal primo anno di vita si era capito che Roma Prikhodko non avrebbe avuto una vita facile. Ematomi ed emorragie e una forte anemia avevano messo in allarme la ventottenne mamma Irina. I risultati delle analisi hanno evidenziato che Roma soffriva di emofilia. Oggi, a 8 anni, Roma frequenta la prima elementare in un villaggio russo e deve recarsi in ospedale diverse volte l'anno. Altri guai al cuore, un'acuta intolleranza alimentare e frequenti malattie da raffreddamento gli rendono la vita difficile anche quando è a casa. Il padre ha abbandonato lui e la madre quando ha avuto tra le mani il referto del figlio che parlava di emofilia e tuttora non gli passa nemmeno gli alimenti. Roma e Irina sono in una situazione difficile perchè la mamma per seguire il figlio ha perso il lavoro. Il Comitato Milano-Mosca Sos gli fornisce le medicine necessarie per sopravvivere, ma occorre un sostenitore a distanza che gli garantisca vestiti invernali caldi, scarpe nuove, vitamine, cibi nutrienti e adeguati alle sua intolleranze.
Info: Comitato Milano-Mosca Sos, professor Guido Caprio, tel.: 02.2362742; 338.6042853; email: guido.caprio@fastwebnet.it
Daniela Pozzoli
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