martedì 29 ottobre 2013
Chi ignora che cosa ci sia in questa terra non è propriamente abitante di questo mondo ma per così dire inquilino od ospite; cieco è chi chiude gli occhi e rifiuta scienza e intelligenza; mendicante chi chiede l'aiuto altrui e non trova in sé il necessario per vivere parcamente; una malattia e una peste del mondo va giudicato chi fugge la vita perché di mal animo sopporta le avversità del mondo: non sa che la natura che porta i mali è la stessa nostra madre che ci ha generato. È dunque una rovina della città colui che strappa la propria anima dall'anima della città perché una sola è nella città l'anima dei cittadini: chi si uccide fa del male al mondo.2) Bisogna tu viva come stessi per morire. Se Dio esiste che cosa c'è di male a lasciare la gente di questo mondo? Dio infatti se c'è non ti getterà in alcuna mala condizione e se invece non c'è o di noi non si cura perché dovrei vivere in un mondo senza Dio, senza provvidenza? Ma Dio c'è davvero e si prende cura di noi e ci ha concesso sostegno a evitare i peggiori assalti della cattiva sorte. Se qualche avversità ancora permane Dio ha deciso che siamo fermi e forti a respingerne gli assalti. Morte vita, gloria infamia, ricchezza povertà tutto ciò tocca ai buoni come ai cattivi: non giudicare premio divino o castigo ciò che dipende dal caso.3) È proprio di un uomo buono amare coloro da cui sia stato offeso. Amerai così se ti ricorderai che l'offensore è congiunto a te da amicizia o da vincoli di sangue e forse ha sbagliato senza saperlo. Ma dubito che abbia peccato contro di te perché il tenore razionale che è in te rimane incorrotto.4) Non mi curo di che cosa il volgo faccia o approvi: a me conviene essere probo: come se lo smeraldo o l'oro o la porpora dicessero: "Non mi curo di che cosa il volgo faccia o apprezzi: io rimarrò nella mia natura e sarò smeraldo, oro, porpora e conserverò sempre il mio colore. Che cos'altro mai potrei fare?».5) Dobbiamo saper restare in piedi da soli senza che alcuno ci raddrizzi.
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