Mantova, la Missa «In illo tempore» di Monteverdi rivive a Santa Barbara
domenica 27 maggio 2012
Non è la prima volta che la Chiesa di Santa Barbara a Mantova viene scelta come location per la registrazione delle opere sacre di Claudio Monteverdi (1567-1643), che nella città-stato governata dai Gonzaga ricopriva la carica di "Maestro della musica del Serenissimo duca"; in tempi più o meno recenti, Marco Mencoboni (nel 2009) e prima di lui Jordi Savall (nel 1988) hanno infatti eletto la Basilica Palatina come sede ideale per le loro incisioni del Vespro della Beata Vergine.Nessuno però aveva mai pensato di "ambientarvi" la Missa In illo tempore, lavoro che il compositore cremonese diede alle stampe nel 1610 proprio insieme al Vespro; lo hanno fatto Paolo Da Col e l'ensemble Odhecaton, che in Santa Barbara si sono installati fra i transetti, le absidi e le cantorie sospese (nelle quali è presente un prezioso organo Antegnati del 1565) per far rivivere i fasti originari di questa sontuosa partitura (cd pubblicato da Ricercar e distribuito da Jupiter).A differenza del Vespro – maggiormente aperto verso le spinte progressiste del "moderno" stile concertato (la cosiddetta "seconda prattica") – la Missa è tradizionalmente ancorata all'arcaico e rigoroso stile "a cappella" (solo voci, senza strumenti) e si sviluppa secondo l'antica prassi rinascimentale dello scrivere musiche liturgiche sopra un "canto dato"; la composizione deriva infatti il titolo dal mottetto In illo tempore del maestro fiammingo Nicolas Gombert, che Monteverdi ha utilizzato come guida melodica con «studio et fatica grande, essendosi obligato manegiar sempre in ogni nota per tutte le vie...». La severa scrittura contrappuntistica del brano originale domina i procedimenti compositivi della creazione monteverdiana ma, anziché rappresentare una rigida gabbia entro cui rimanere imprigionati, consente ai cantanti di Odhecaton di liberare una spiccata sensibilità interpretativa che poggia su solidissime basi di ordine tecnico. Tutto concorre infatti a ricostruire la scenografia di un maestoso spettacolo sonoro, anche la magica alchimia venutasi a creare tra dimensione artistica, caratteristiche acustiche e spazio architettonico, che qui diventa presenza viva e attiva in cui la musica si esalta, si sublima e si fa ponte verso le più alte sfere del sacro.
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