mercoledì 7 marzo 2012
Una parola sola in morte di Lucio Dalla. Ieri, qui (p. 27): «È stato il funerale di un uomo»; la sua comunità di fede lo ha affidato alla Misericordia infinita. Ogni uomo è così, in morte: un peccatore affidato alla misericordia. Il resto – pagine intere – tanta cecità da parte di chi pretenderebbe che la Chiesa, detestata da sempre e senza remissione, benedica in fin dei conti anche le sue manie. Quante parole afone, come e più dei silenzi! E a proposito di silenzi Malpelo sente di doverne segnalare subito uno. Sabato su "Repubblica" (p. 34) Augias parla per l'ennesima volta di ciò che definisce «la spinosissima questione delle scuole paritarie», e aggiunge subito «per lo più cattoliche». Vuol dire solo che di fatto sono maggioranza? Il dubbio è fondato, perché dopo poco parlando delle stesse scuole non le chiama più "paritarie", ma "private", ma qui aggiunge subito che «per di più il loro insegnamento ha un'impronta confessionale». Parole o silenzi? Sicuramente e da sempre anche silenzi. Malpelo attende il giorno in cui Augias ricorderà ai suoi lettori che per legge civile della laica Repubblica italiana da 12 anni la "scuola pubblica" comprende "scuole statali" e "scuole non statali paritarie", cattoliche o meno, non fa differenza per lo Stato laico. Fa invece differenza per i laicisti alla Augias, che non hanno ancora digerito ciò che dovrebbe essere chiaro fino dagli atti della Costituente (1947), che non esclude contributi alle scuole paritarie. Invece silenzio. Quando ricorderà, Augias, il fatto che le paritarie, anche se «per lo più» cattoliche, sono parte del sistema pubblico di istruzione? E quando informerà i suoi lettori che attualmente le paritarie, «per lo più» cattoliche, fanno risparmiare allo Stato giustamente laico più di 6 miliardi di euro all'anno? Per ora silenzio di tomba: un funerale dell'informazione.
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