giovedì 19 novembre 2020
Martedì (“La Stampa”, 17/11) in prima due richiami a papa Francesco: «Nessuno vive senza amore», e intervista al Nobel Vargas Llosa: «Papa peronista, se ne vada»! Sorprendentemente scortese e offensivo, e quel “peronista” espressione-enigma ripetuta e sempre insoluta. Ieri (18/11) almeno l'imperativo è stato smentito dall'intervistato. Buon segno! Ogni intervista si presta ai malintesi. Lo conferma sul “Corsera” (17/11, pp. 22 e 23) – «Noi spaesati tra lavoro a distanza e abitudini perse» – Walter Veltroni intervista Umberto Galimberti sul nostro vivere oggi così riassunto: «Abbiamo smarrito la normalità del nostro vivere. Si oscilla tra ribellismo, rassegnazione, disperazione». Libere opinioni, ma sorprendono i riferimenti a quella che è detta più volte «cultura cristiana». Per esempio: «Se cominciamo a mettere in gioco la società di relazione finisce che ci abituiamo a considerare la società come un'appendice dell'individuo, questo è tipico della cultura cristiana.» che... «ha messo in circolazione il concetto di individuo... l'anima la si salva a livello individuale (...) la società (...) non deve costruire il bene comune, ma lo dice Sant'Agostino, è incaricata di togliere gli impedimenti che si frappongono alla salvezza dell'anima»... E Galimberti: «La cultura cristiana ha stabilito che il passato è male. Il peccato originale, il presente è redenzione e il futuro salvezza... questa cultura è diventata universale in Occidente (...) un indotto (sic! ndr ottimismo (...) ha stabilito che il futuro è sempre positivo anche la scienza... pensa che il passato sia male ignoranza il presente ricerca e il futuro progresso. Cristianesimo puro (sic!). Sotto questo profilo può essere considerato cristiano anche Marx: il passato è negativo». E ci si mette anche Freud... Che dire? Gigantesco malinteso. Ma davvero nel cristianesimo ci si salva da soli? E conta solo la salvezza dell'anima? Tra “peronismo” e confusione: due interviste infelici.
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