giovedì 17 luglio 2008
«I giovani della Gmg in attesa del Papa ancora stanco». Così martedì il Tg3 delle 19 che aggiunge: «Benedetto XVI attende il momento di entrare in scena». Dunque un Papa "stanco", ma pronto allo "show"" Eppure già 24 ore prima, il portavoce vaticano aveva detto ai giornalisti di tutto il mondo, mostrando anche un video, che «il Papa è assolutamente tranquillo e riposato». Al Tg3 il messaggio pare non pervenuto! Va bene, ma perché la precisazione? Anche perché lunedì su "Repubblica" ben due titoli la dicevano lunga. A p. 1: "Ratzinger, il Papa stanco si cura con Mozart". E a tutta pagina 12: "Papa, troppe 21 ore di volo. Tre giorni di riposo a Sydney". Titoli innocenti? Forse, ma poi pensi alle tante volte che hai letto in pagine allegre che «la salute del Papa è fragile», e magari ricordi che proprio "Repubblica" durante un viaggio di Giovanni Paolo II in Polonia, nel 1993 annunciò gli ultimi tempi di vita del Papa ormai "malato", e allora capisci la puntualizza-zione vaticana. Quel "si cura", infatti, insinua proprio l'idea della malattia. Vezzo diffuso! Quante volte si è letto in pagina che «Ratzinger porta le scarpette rosse di Prada»? Tante che alla fine è dovuta arrivare la smentita ufficiale secca, che poi molti giornali neppure hanno riportato. In certe redazioni il frou-frou è così naturale che viene ovvio appiccicarlo a tutti. Ultimo pensiero: quando i calciatori di Milan o Juve andranno a giocare in Giappone e a causa del "fuso orario" riposeranno per qualche giorno, qualcuno scriverà che quei giovanotti sono malati, e magari suggerirà la "cura"? No, il calcio è cosa seria.
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