giovedì 20 agosto 2015
La mamma e il papà, letteralmente «sconvolti» dalla diagnosi di mielomeningocele, una severa malformazione congenita del sistema nervoso centrale, non se la sono sentita di riconoscere la figlia. Il difetto di «saldatura degli archi vertebrali posteriori» con conseguente fuoriuscita delle meningi e del midollo spinale, prefiguravano un destino già segnato per la neonata. Nonostante il «no» dei genitori, quella patologia gravissima in corso e un calvario di interventi chirurgici che avrebbero scandito il suo futuro, la bimba ha però trovato la vicinanza e l'affetto di una “famiglia” ancora più grande: quella dei medici e degli infermieri della Città della Salute di Torino. I quali, per salvarla, si sono superati. Dopo un primo intervento neurochirurgico di riparazione del difetto congenito, la piccola è stata sottoposta ad una procedura di trapianto di membrane amniotiche – prima volta in Italia e tra le prime al mondo –, eseguita dal chirurgo plastico Giovanni Montà.Il risultato è andato oltre le aspettative: «Nella bimba la velocità di riparazione è stata sorprendentemente rapida e ha consentito di iniziare il percorso fisioterapico precocemente», hanno dichiarato gli specialisti piemontesi. «La rapida ripresa apre importanti speranze per fornirle un iter terapeutico più rapido, accorciando il prezioso intervallo critico per rendere favorevoli gli interventi di riabilitazione indispensabili per la sua qualità di vita futura». La battaglia è appena iniziata. La bambina non la affronterà da sola. La “famiglia” del più grande polo sanitario europeo, quello torinese, fa il tifo per lei.
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