venerdì 15 agosto 2008
Ferragosto, pensieri corti. Di recente Giuliano Amato rifletteva sui danni del "malanimo", che stavolta viene da sinistra. Con Franco Bassanini, senza altro interesse e in vista del "bene comune", ha accettato l'invito a collaborare con il Comune di Roma e su pagine e pagine si è riversata una cascata di critiche. Singolarissimo l'attacco ("Unità", 11/8, p. 23) a firma di uno che in genere non perdona. Di solito ce l'ha con Chiesa e cattolici, ma stavolta rivolge ai due traditori l'accusa di "narcisismo". Come in uno specchio. Sul "Corsera" martedì due pagine di commenti. Tra tante critiche fa piacere che Livia Turco abbia approvato la scelta di Amato e Bassanini: collaborare al "bene comune" è sempre segno buono. Breve, qui, anche il pensiero sul rigurgito di nebbia diffuso ("Corsera", 4/8, p. 20) dalla "sofistica di Pannella" " come l'ha definita "Il Foglio" (5/8, p. 1) " che sfida il muro durissimo dei fatti continuando a blaterare che «se si fosse usato contro di lui un decimo solo delle "cure" imposte da potenti a Eluana e alla civiltà costituzionale italiana» Giovanni Paolo II «sarebbe ancora vivo». Due volte ridicolo: perché il tema del «tornare al Padre» è preghiera cristiana, persino allusiva ad una parola di Cristo (Gv 20,17), e non richiesta medica e perché confondere l'intubazione forzata, con tracheotomia e annessi, col dare nutrimento e bevanda è proprio puro sofisma da tavolino delle tre carte, dove la terza, quella che conta, è solo la volontà di eutanasia libera. Da 50 anni qualche Azzeccagarbugli vuole comunque servire il Paese: ma questo pare non voglia.
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