sabato 24 febbraio 2018
Simultaneità inattese... Ieri ("Manifesto", p.11: «Maria Maddalena, l'icona che ha trafitto la Storia») pensiero che pare complesso, ma in realtà abbozzo sbrigativo di ciò che è dichiarato il «mito» di Maria Maddalena, a firma Alessandro Santagata. Rimandi a fonti mescolate a piacere con la tesi che «la sua figura fu costruita letterariamente agli inizi» e «quindi è transitata attraverso quasi venti secoli... per approdare alle sue immagini molteplici di oggi». Scontato quindi che sia un «mito» – ovviamente senza chiarire cosa in realtà si intenda per mito – e con l'affermazione che «a quanto pare con altre donne aveva seguito Gesù fin dalla Galilea per poi forse scoprire che il suo cadavere di crocifisso era scomparso». Dunque «a quanto pare», «forse» e «cadavere scomparso»! Ora nel racconto dei Vangeli c'è altro dal forse e a quanto pare e cadavere: l'incontro all'alba, e Maddalena che abbraccia le ginocchia, e in seguito altri incontri con altri che dichiarano poi di aver «mangiato e bevuto con Lui». Fanno presto, i Santagata vari: «mito» e… avanti un altro! Già successo, stesso argomento, vero? Sì: «Ce ne parlerai un'altra volta!» (Atti 17, 32) E arriva la simultaneità, non prevista. "Osservatore Romano" (22/2, p.8) meditazione di don Josè Tolentino al ritiro con il Papa e la Curia: leggi che Luca «scrive che le donne erano con Gesù esattamente come i Dodici, facevano del suo destino il loro destino» e lo «servivano», un verbo del quale «nella grammatica di Gesù» non ce n'è di «più nobile» e «più religioso». Bella differenza, vero! Con una domanda che interroga i secoli e anche l'oggi: perché la prima parola del Risorto è a una donna, ed è «Donna, perché piangi?». Pensandoci, forse, si potrà capire che anche nella Chiesa, e non solo nel mondo, il cammino da percorrere, perché le donne non piangano, è ancora molto...
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