domenica 9 maggio 2004
"Perché diffidare di ciò che non si conosce?" Così ieri sul "Corsera" Aldo Grasso che, nell'apprezzare una trasmissione tv sui seminari cattolici, immagina l'effetto su qualcuno che magari "potrà storcere il naso". Vizio diffusissimo, che però non fa "storcere" solo nasi, ma anche storia e fatti. "La Stampa" (1/5) parlando del film "Luther", presentato spesso come risposta protestante a Mel Gibson, scrive che "Lutero si attirò i fulmini della Curia Vaticana". L'aggettivo "vaticana" è in anticipo di circa 350 anni, ma è il meno, giacché si continua: "Lutero teorizzò che l'uomo deve guadagnarsi da solo la salvezza dell'anima". "Guadagnarsi"! Ma la teologia di Lutero fu tutta incentrata sulla fede e sulla "sola grazia", contro "le opere"! E il giorno prima "Il Foglio", informatissimo su un Convegno alla Gregoriana, fa "cardinale" mons. Celestino Migliore", il che per ora è un augurio. Anche ieri del resto, evocando il trentennale del referendum sul divorzio, del 1974, molte pagine parlano del sostegno del "cardinale Benelli" ad Amintore Fanfani" Ma Benelli fu cardinale solo tre anni dopo. Bazzecole, direbbe Totò. Pesa di più "Liberazione" (7/5), che spara: "L'otto per mille valdese è di sinistra" (?). E poi sbandiera che secondo un'indagine "solo il 15%" dei cattolici italiani pensa che per fare le leggi "lo Stato deve tener conto delle posizioni della Chiesa cattolica". E invece un cattolico serio pensa che facendo le leggi lo Stato deve tener conto soltanto delle posizioni di tutti i cittadini, compresi i cattolici. In Parlamento o nelle urne si vota, e la maggioranza vince. Tutto qui. E torna la domanda di Grasso: "Perché diffidare di ciò che non si conosce?".
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