domenica 9 novembre 2008
Scrivere senza leggere è un'abitudine diffusa nel mondo fondamentalista laicista. Per esempio, il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti, nel rispondere sul Venerdì di Repubblica (sabato 1) a una ragazza madre, la quale lamentava come tutte le donne nelle sue condizioni siano lasciate dallo Stato nel più completo abbandono, fa alcune considerazioni condivisibili, ma alla fine aggiunge il veleno: «I vari movimenti per la vita [...] saranno credibili solo quando istituiranno un fondo significativo e strutturato per ragazze madri, altrimenti la loro condanna ha solo un sapore ideologico e di propaganda che smentisce nei fatti la difesa della vita che proclamano». Se prima di scrivere si fosse informato (tempo fa ne parlò persinoRepubblica, ne parla spesso Avvenire, il mensile del Movimento (Sì alla vita) fornisce abbondante materiale di informazione), il prof. Galimberti avrebbe evitato di scrivere una sciocchezza come questa. Da oltre quindici anni il Movimento per la Vita ha consentito di nascere a circa quindicimila bambini le cui madri avevano già deciso di abortire solo per ragioni economiche, per mezzo di una forma di adozione a distanza. Questo oltre agli altri 70.000 salvati dall'aborto, insieme con le loro madri, grazie agli aiuti di ogni genere che solo la fantasia dell'amore per la vita fa inventare dai circa 300 Centri di aiuto alla vita (CAV) presenti in tutta l'Italia. Tra questi aiuti anche il telefono verde SOS Vita (800-13000, aperto 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno. Legga, professore, prima di scrivere. Legga e, se le fa comodo, copi pure.
AUGURI C'è un biologo britannico, Richard Dawkins, che chiamano «il sacerdote dell'ateismo» (Corriere della sera, venerdì 7) e che ha scritto un libro, «L'illusione di Dio» il cui «scopo dichiarato era convertire i lettori all'ateismo». L'autore, però, «ammette di aver fallito: "Sì, penso che sia stato un obiettivo poco realistico"». «In effetti " scrive il Corriere " Dawkins è stato definito "il miglior alleato della causa creazionsta in Gran Bretagna"». Lo si direbbe un piffero che andò per suonare e fu suonato, ma lui non demorde e soffia. Gli chiedono: «Non pensa di potersi svegliare un giorno, da vecchio, e di essere attratto dalla fede?» Risposta: «Se così fosse, lo considererei un segno di demenza senile». Non si capisce come farebbe a capirlo. Noi, in ogni modo, a nome di tutti coloro che, anche in giovanissima età, sono affetti da questa malattia, gli facciamo i nostri migliori auguri di buona demenza.
ORIENTAMENTI Gian Guido Vecchi, firma del Corriere della sera, intervista Ganni Vattimo (venerdì 7) sulle elezioni americane e su «gli omosessuali, uniche vittime del moderatismo democratico» (un tema che interessa il filosofo), perché in California il referendum per vietare i matrimoni tra gay ha avuto successo. Vattimo non sembra sconvolto dal fiasco, ma in questo caso sono più interessanti le domande di Vecchi che le risposte del filosofo. Il giornalista comincia ricordando la gaffe un po' razzista di Berlusconi, che ha definito «bello e abbronzato» il neo-presidente Obama, ma poi conclude l'intervista con questo nostalgico parallelo anch'esso un po' razzista: «Resta che un nero può andare alla Casa Bianca, ma un gay non può sposarsi». Che c'entra? E che cos'è un nero? Forse una persona con un particolare orientamento razziale?
«FORME CONIUGALI» A proposito delle coppie di fatto anche gay, ecco l'ultima trovata in fatto di Antilingua. Sull'Unità (venerdì 7), Luigi Manconi reclama dal PD la proposta di «forme coniugali diverse da quelle eterosessuali». Una «forma diversa» per nascondere la sostanza, che lui vorrebbe identica.
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