lunedì 26 agosto 2002
 Sergio Quinzio, pensatore cattolico, biblista e scrittore, (morì nel 1986), soffriva di un pessimismo irriducibile che caratterizzava la sua spiritualità ricca, ma difficile da comprendere. Recensendo sul Manifesto (mercoledì 21) alcuni suoi volumi riediti da Adelphi, Filippo Gentiloni ha scelto il tema del «coraggio» della «grande tradizione ebraica e cristiana ["] di accettare la storia, di misurarsi con le vicende umane». Un coraggio che, tuttavia, «ha posto le basi della sua sconfitta ["] irreparabile», del suo «fallimento che è sotto i nostri occhi» e che consisterebbe nella «"riduzione" del cristianesimo a storia» e del «"regno" promesso dai profeti nel "progresso" promesso dalla tecnica moderna». Il cristianesimo sarebbe perciò una religione senza futuro e «un gran vuoto: di salvezza e di utilità». Questa dovrebbe essere la chiave di lettura «non trionfalistica né utilitaristica» del messaggio cristiano «dalla grotta di Betlemme fino alla sconfitta della croce e al sepolcro vuoto di Gesù». Strano che nemmeno in quel sepolcro vuoto Gentiloni sappia vedere il senso vero della «sconfitta» della croce. Sulla quale, però, l"Incarnazione, che sembrava finita, vinse la morte con la Resurrezione e dura ancora oggi essendosi fatta storia, «luogo delle speranze» e unico possibile «futuro» dell"umanità.Nella medesima chiave (fallimento e successo) i due commenti che, sempre sul Manifesto, Valentino Parlato e lo stesso Gentiloni hanno dedicato (domenica 18 e martedì 20) al viaggio del Papa in Polonia. Il primo parla dell"«incapacità del genere umano di liberarsi. Il comunismo ["] è stato abbattuto, ma il mondo non va meglio» e il «materialismo» è ancora «la forma attuale del peccato originale». Il messaggio di Parlato è di morte: «Solo la misericordia di Dio ci può dare speranza, neppure salvare, ma dare speranza e consentire di sopravvivere». Ma a che servirebbe una misericordia divina che non salva? Anche Gentiloni, s"interroga sul «successo» del viaggio e, preparandosi la prevedibile risposta, s"inventa un Papa-re-Mida, il quale dovrebbe salvare tutto ciò che tocca. E siccome «quando l"aereo papale riprende il volo i problemi rimangono più o meno come prima», non resta che sancire anche questo «fallimento».Una logica del tutto estranea a quella del Papa, che poi è la stessa della croce.MiracoliL"Unità celebra (mercoledì 21) la propria storia e afferma che, nei suoi primi anni di vita, «il lettore base è spesso analfabeta». Il comunismo trasformava in lettori anche chi non sapeva leggere né scrivere."Laici" e ignorantiLa Repubblica degli insulti (mercoledì 21, Eugenio Scalfari): «Comunione e liberazione, cioè quella falange integrista e mercatoria che si colloca a destra dell"Azione Cattolica e in concorrenza bottegaia con la prelatura dell"Opus Dei».Libero di straparlare (giovedì 22): «Manca il parroco, una donna dice messa» ma è solo una donna ministro straordinario dell"Eucaristia, che ha letto la Parola di Dio e distribuito la comunione.
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