mercoledì 11 aprile 2012
È morta Miriam Mafai, incontrata poche volte, e sempre per dibattiti in radio o Tv. Rispetto insieme e dissenso su tante cose essenziali. Ieri giustamente molti ricordi in pagina, anche qui (p. 22) a firma Antonio Airò: «Addio a M. M. voce etica della sinistra (ma non sulla vita)». Apprezzamento e dissenso, appunto. Sul "Foglio" (p. 1) titolo sintesi amichevole paradossalmente molteplice: «M.M., ebrea, atea, materialista, comunista, a passo di fanfara, una risata unica». Poi "Repubblica" (pp. 1 e 35) Scalfari toccante e lucido: «Laica e decisa, ci scegliemmo per allegria»; «Manifesto» (p. 1) Luciana Castellina: «Un'amicizia ininterrotta… Una comunista che sapeva ridere»; "Corsera" (p. 37) Pier Luigi Battista: «M.M. militante libera, l'amore di Pajetta e le critiche a Berlinguer», ma anche Paolo Franchi partecipe e quasi commosso: «Quella sua risata che esorcizzava il peso del passato». Non poteva mancare "L'Unità". Due pagine di Alfredo Reichlin, sincero e partecipe: «Addio Miriam, libera e battagliera. La nostra politica si è fatta storia». Torno al titolo del "Foglio": «atea». Lo era, liberamente e sinceramente. E allora? Allora rispetto pieno, ma anche speranza. Nello stesso giorno del suo morire in prima de "L'Unità" il fondo, col ricordo della «Risurrezione, evento fondativo», era «La radice cristiana», e ieri sempre "Unità" (p. 15), come sugli altri giornali, «Il Papa: donne fondamentali nella comunità… ». Ecco: chi crede nella risurrezione vede il futuro e la speranza aperta per tutti gli uomini e tutte le donne di buona volontà, cioè in buona fede sinceri, anche oltre il morire. Con rispetto, e senza alcun'altra pretesa, appunto, che la speranza.
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