mercoledì 5 luglio 2017

Lucilla. Carla. Viola. Marta e Sofia. Maja e Margherita. E, ovviamente, Marian. Marian Trapassi: cantautrice, come si dice nell'ambiente, «indie». Ovvero indipendente, fuori dai luoghi comuni dell'industria. I luoghi comuni, già. Esistevano ancora barriere per la donna, nel 2008? Marian sosteneva di sì. E ora, nonostante tanti passi fatti, è uguale: troppe barriere. Donne scambiate proprio per luoghi comuni, donne che senza accorgersene si trasformano, in un Luogo comune. Donna, «Tutti ti vogliono bella, madre, compagna, sorella. Sincera. Indistruttibile. Vera».

E soprattutto «più sicura». Sì, ma - attenta! - a non far paura all'uomo. Donna, ti vogliamo tutti «anima che consola», «acqua da bere». Ma «tu» lo sai, quanto vali davvero? Sai quanto vale quel «tu»? Attenzione al luogo comune: c'è ancora, insidioso come un tempo, e persino di più… Puoi essere sposa e bambina, figlia e moglie, ma non dimenticarti della trappola del luogo comune. Attenta, canta Marian, a non sbagliare ruolo. C'è tanta confusione, Lucilla, Carla, Viola… Potete essere spose, regine, figlie, divine, fate turchine… O geishe, guerriere, donne in carriera… No, fermate il cuore nel posto giusto, vivete il ruolo giusto. La donna può ancora perdersi, nel 2000, fra le ombre di un luogo comune.

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