giovedì 10 novembre 2016
«Orrenda rappresaglia dell'Is»: in prima ieri su “L'Osservatore”, e accanto: «L'America sceglie il Presidente». Poi altri due titoli: «La rivolta delle donne» e «Somalia senza pace». Cose del genere lì e qui su “Avvenire” da anni. Un lungo “segno dei tempi”: stiamo vivendo una realtà di Chiesa nell'essenza identica da duemila anni, grazie allo Spirito Santo che la salva dai ritardi e dagli azzardi degli uomini, anche di Chiesa, ma che apre anche una fase nuova, di cui quei titoli diventano segno. E ce ne sono altri. Ieri per esempio ancora qui (p. 21: «Prini e quello scisma di fede che oggi diventa sempre meno sommerso») Enzo Bianchi parlava della ripubblicazione de “Lo scisma sommerso” (Garzanti, 2002), un volumetto del filosofo Pietro Prini che metteva in forzata evidenza i contrasti tra la professione di fede della Chiesa Cattolica e la società moderna. Per Bianchi è «ancora un testo da leggere perché fa discutere». Ma proprio in quel testo (p. 101) c'era, e credo ci sia ancora, un “Lupus” del 3/1/1999 ove scrivevo che alcune applicazioni del libro di Prini, fatte il giorno prima su “La Stampa” e in nome della pretesa «modernità» da Gianni Vattimo, elencavano come da rifiutare in toto idee e tesi non di pari importanza, con autentiche verità di fede accanto a tradizioni storiche caduche perché espresse in tesi teologiche del tutto figlie del tempo passato... E credo che proprio in questi giorni di ciò è stata esempio, a firma di chi si professa «cattolico a 18 carati», una “lettura” del terremoto che è e resta figlia di un uso della Scrittura del tutto infondato. Il Dio rivelato e donato in Gesù non si vendica sugli innocenti. Anzi: si presenta da riconoscere in ogni uomo fratello, e dunque nelle vittime, sia della «tremenda rappresaglia» citata all'inizio, sia del terremoto. Il Vangelo è sempre moderno!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI