martedì 19 maggio 2009
Qui (13/5) ricordavo l'amena teoria ("Unità", 7/5, p. 40) della coppia Cecchi Paone-Veronesi " l'uno nel ruolo di intervistatore e l'altro fuori dai binari di oncologo, sui quali resta maestro " secondo la quale più un popolo è avanzato in scienza e tecnica, meno è preda di quella superstizione ignorante che è la religione, ogni religione, e subito pensavo agli Usa, ove stranamente la religione conta ancora molto. Non basta. Ieri tutti i giornali segnalavano la contestazione al presidente Obama sul tema dell'aborto, aggiungendo che per la prima volta indagini serie rivelano che laggiù la maggioranza dei cittadini dubita che l'aborto sia senza alcuna discussione un vero «diritto». Va anche notato ("Repubblica", p. 3) che la replica di Obama è un invito al dialogo, mentre il celebre John L. Allen, cronista principe della Cnn ("La Stampa", p. 2) annota che negli Usa «l'aborto è un nodo assoluto, drammatica-mente centrale» e conta molto più che in Europa. Ebbene, tra tutti i giornali su "L'Unità" " che in prima ha giustamente l'«Allarme badanti» sulla questione immigrazione, e che pur dedica l'intera p. 22 al presidente Obama che avrebbe «censurato le foto shock» di Abu Graib " neppure una riga: niente! Già: il tema in Italia è del tutto scontato e non vale la pena di offuscare le certezze adamantine della nostra civiltà progredita? Ma no! È coerenza. Come avrebbe potuto, la redazione contraddire frontalmen-te, il 18 maggio, ciò che aveva orgogliosamente esibito come certezza dei due suddetti «luminari» solo 11 giorni prima? Un silenzio doveroso: anzi" religioso!
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