sabato 8 maggio 2010
Ieri ("Unità", p. 17) Luigi Manconi definisce «scemo e triviale» il termine «inciucio», usato sempre a favore di una «forma della politica» tutta «contestazioni di tipo agonistico», già durata troppo a lungo e che porta solo un furibondo scontro di insulti. Approvo, e per esempio ripenso alla proposta della "bicamerale" subito affossata: tentato «inciucio»! Da allora ritornello continuo, e tutto è bloccato. Preciso perciò, sempre ieri, l'editoriale di "Europa": «E noi siamo ancora ai dinosauri»! Regna lo scontro per lo scontro, con reciproca paralisi. Sempre ieri però per caso, stessa "Europa" (p. 8) e applicato alla Chiesa, leggo un elogio della «mediazione culturale creativa», che credo valga anche in politica. E ancora ieri, proprio qui sopra " «il direttore risponde» " leggo "La sfida di salire a compromessi", che elogia proprio «il compromesso» come virtù del «cammino in salita», purché capace di «seguire la bussola di valori alti e non di bassi interessi, cercando il bene comune e non un tornaconto personale» e di parte. «Compromesso» dunque via nobile per uscire dalla paralisi. I lettori perdoneranno, ma ripenso al tentativo lontano del «compromesso storico»: uomini come Zaccagnini e Moro, Berlinguer e Rodano lo idearono proprio come un «cammino in salita» per salvare la Repubblica: risvolti politici, ma anche ideali e di coniugazione di valori, incontro del meglio di ciascuno dei due fino allora opposti, unione di diversi senza inciuci. Si sa: fu stroncato da interessi diversi, ma convergenti, troppo potenti e non solo nazionali: Moro fu ucciso. Anche per questo, forse, «Noi siamo ancora ai dinosauri»!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI