venerdì 4 aprile 2008
"L'apocalisse di Magdi". Così titola "L'Unità" (2/4, pp. 1 e 27) per Rula Jebreal che dice «non facile tracciare un giudizio», ma poi taglia a doppio filo: Ma quale conversione? Allam non è mai stato musulmano, infatti «ha iniziato il suo percorso scolastico dalle Suore Comboniane al Cairo», quindi sulla «violenza insita nell'islam» parla per sentito dire e ostilità pregiudiziale. Nessun bisogno delle sue millanterie esterne " sostiene Jebreal " perché la contestazione dell'integralismo islamico è già viva e forte all'interno. Per caso però, stesso giorno, Farian Sabbahi ("Stampa", p. 29) ricorda a tutti " titolo del pezzo " che in realtà «Il gesto di Allam è possibile solo in Europa» perché in tutto il mondo islamico non c'è libertà di religione e conversione: chi si professa convertito «rischia la vita», e lì nessuno potrebbe pubblicare, e nemmeno leggere, un libro su «Perché non sono musulmano». Conclusione: «il gesto di Allam ci ha dato la possibilità di riflettere» sui diritti goduti qui in Europa, ma ovunque negati in casa islamica. Stessa "Unità", c'è altro? Sì: stesso pezzo, Jebreal conclude con una graziosa colonna di bastonate sulla «precisa strategia politica» di «Vaticano e Benedetto XVI" iniziata con il famoso discorso di Ratisbona» per negare «il messaggio universale" di Giovanni Paolo II a difesa della pace, della fratellanza tra i popoli e del dialogo interreligioso»! Ecco i nemici di pace e fratellanza: Benedetto XVI e Vaticano. Prezioso contributo di lucidità: magari Rula Jebreal di Magdi Allam non ha capito niente, ma di Vaticano e Papa sa tutto, e "L'Unità" ce lo offre"
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