sabato 18 marzo 2017
Lieta sorpresa e triste conferma. Pietrangelo Buttafuoco ("Foglio", 16/3, p. IV): «Inizia il processo di beatificazione di Matteo Farina, 19 anni (...) morto dopo aver affrontato il calvario di un cancro al cervello... Lo raccontano come una persona sempre pronta ad abbracciare il prossimo, un entusiasta che non aveva altre qualità speciali che la semplice santità quotidiana... Si è santi nella vita quotidiana e non in chissà quali effetti speciali. È carne sudata quella che si porta in cielo, quella che capita di incontrare sul pianerottolo di casa». La santità cristiana descritta dove non l'aspetti, tra «entusiasta», che dice qualcuno «invaso» da Dio al suo interno, e «carne sudata», che è «cardine della salvezza» cristiana e universale, perché Dio «si è fatto carne» (Gv 1,14)... Un lampo nel buio ordinario, anzi, nel grigio confuso che torna – conferma triste – su "Repubblica" (15/3, p.28): «Fede, ragione e sentimento». Per un lettore è scontato e certissimo che «fede e ragione non si parlano», mai: la ragione, cioè il «cervello», è «una Ferrari lasciata nel garage» e sostituita dalla fede, che è «come un'automobilina a pedali». E Augias conferma purtroppo il solito ritornello: solo se si rinuncia alla ragione si fa spazio la fede. La sua idea di ragione appare personalissima, ma certamente quella della fede lo è ancora di più. Venti secoli di grande pensiero "ragionevole" (filosofi, teologi, geni della scienza credenti e santi, «entusiasti» anch'essi) sono una miniera a smentita, un patrimonio di ragione che mette insieme scienza, arte, fede, mistica e santità quotidiana... Invano! Sull'«automobilina a pedali» della posta dei lettori letti e commentati da Augias tutto girerebbe a meraviglia. Ma c'è la vita, da un Matteo Farina fino – solo come esempio – a Tommaso d'Aquino o Sebastian Bach... Che peccato!
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