giovedì 24 novembre 2016
È tra le malattie «dimenticate» che provoca più morti al mondo, ma dopo decenni di ricerche una speranza si intravede nella lotta alla malaria. Il primo vaccino, ha annunciato l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sarà infatti utilizzato in progetti pilota in Africa sub-sahariana a partire dal 2018. Conosciuto con la sigla RTS,S, il vaccino agisce contro il ceppo più letale e più diffuso in Africa. «L'impiego in un progetto pilota di questa prima generazione di vaccini – ha sottolineato Pedro Alonso, direttore del Programma malaria presso l'Oms – rappresenta una pietra miliare nella lotta alla malaria».
Il progetto consentirà di fare ulteriori valutazioni e di decidere un uso a più larga scala del vaccino. A disposizione del progetto sono stati stanziati 15 milioni di dollari dal Fondo globale per la lotta contro Aids, tubercolosi e malaria. Altri fondi erano stati stanziati ancora prima da altre organizzazioni per altri 30 milioni di dollari. Il rapporto mondiale dell'Oms sulla malaria del 2015 ha evidenziato che sono 438mila ogni anno le vittime della malaria, un numero enorme ma che corrisponde alla metà del dato di quindici anni fa. Più della metà dei 106 Paesi che nel 2000 riportavano casi di malaria è riuscito a ridurli del 75%. In assenza di un vaccino hanno contribuito l'uso di reti trattate con insetticidi, le terapie combinate a base di artemisinina (farmaco premiato con il Nobel) e gli insetticidi. Determinanti anche i test diagnostici rapidi che permettono di discriminare tra febbre malarica (causata cioè dal Plasmodium) e febbre non malarica, favorendo così l'accesso ai trattamenti appropriati.
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