giovedì 19 febbraio 2015
Otto giorni fa la comunicazione: il Comune di Livorno riduce le spese per il sociale tagliando le convenzioni con le associazioni impegnate nei servizi ai poveri: 50% in meno alla mensa Caritas che ogni giorno serve quasi 200 pasti, 20% in meno alle associazioni che si occupano di immigrati, 30% sottratto ad altre. Si è parlato di «riorganizzazione» e di «ridimensionamento» del sociale più che di tagli, in realtà non c'è un programma più ampio di revisione del welfare. Nonostante i tagli la Fondazione Caritas Livorno continua il suo lavoro a servizio dei più deboli e ieri la sua presidente suor Raffaella Spiezio, vincenziana, ha firmato un protocollo d'intesa con la Procura della Repubblica, nella persona del procuratore Francesco De Leo, alla presenza del vescovo di Livorno mons. Simone Giusti, perché tutto ciò che viene sequestrato dalle forze dell'ordine a Livorno e provincia sia destinato alle strutture Caritas che a sua volta lo doneranno a chi ha più bisogno: abbigliamento, generi alimentari e altra merce contraffatta sarà verificata dalla polizia giudiziaria e poi immediatamente destinata ai poveri attraverso Caritas.«I bisogni sono illimitati – ha affermato suor Raffaella – e le risorse sono limitate: Caritas può contare sulla rete di aiuto e servizio creata in questi anni e su tanti volontari che offrono tempo e energie. Il nostro lavoro non è solo quello di "distribuire" cibo, ma di ascoltare e accompagnare le persone, aiutandole a risolvere i loro problemi, per questo accanto alla mensa abbiamo un centro di ascolto, le borse lavoro, il sostegno alla casa e altri servizi».
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