giovedì 21 settembre 2017
La casa invasa da acqua e fango, i mobili dell'appartamento che iniziano a vorticare, la donna che vi abita si ritrova intrappolata nel turbine dell'alluvione. Non ce la fa. Si sente persa anche perché non trova più la sua indispensabile sedia a rotelle. Già, perché una dei protagonisti di questa storia è una disabile. Una storia, per fortuna, a lieto fine. Miriam Pinna, 63 anni, avrebbe potuto diventare la nona vittima del disastro di Livorno della scorsa settimana. Ma a salvarla è intervenuto Eugenio Sturniolo, carabiniere 32enne, che vive al piano superiore della stessa abitazione della donna, che invece occupa il piano terra, di poco sotto il livello stradale. Da lì l'uomo si è calato con una corda fatta con le lenzuola e ha tratto in secco sia Miriam, sia il suo cane Roy. La storia è stata raccontata due giorni fa dalla donna stessa al quotidiano locale "Il Tirreno". «Erano le 4 di notte, quando la porta è scoppiata. Per fortuna non stavo dormendo perché avevo paura e aspettavo mio figlio che stava arrivando». Tutto accade in pochi minuti, l'acqua arriva a un metro e 70. «Per fortuna faccio piscina e ho imparato a stare a galla. Ho guardato il mio cane Roy e gli ho detto: la beviamo tutta quest'acqua o ci lasciamo le penne». Ma allenamento, sangue freddo e senso dell'umorismo non sarebbero sufficienti, senza l'intervento del vicino. E a impedire i soccorsi ci si mette anche un portone bloccato. Ecco allora che il militare si cala e, dopo vari tentativi, grazie anche alla piena che si abbassa di mezzo metro, riesce nell'impresa. Salva Miriam, il cane e anche un'altra donna in difficoltà.
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