venerdì 15 aprile 2005
Oggi Malpelo sottoscrive a due mani un pezzo dell'"Unità", qui proprio "buon segno". Cento righe dense di Livia Turco, ex ministro Ds, nota anche come cattolica: "Il Papa e i messaggi di quel corpo fragile". Bellissime! Cosa si può fare - si chiede - per capire la lezione della malattia e della morte del Papa, "una grande enciclica sul dolore e sulla fragilità della vita umana". E ancora: Lui "nel corso degli anni aveva affermato e difeso" il principio della sacralità della vita umana" (ora) ci ha consegnato quel valore a lui così caro" attraverso la narrazione pubblica del suo corpo sofferente". E poi: "ho sentito di amare molto quel Papa capace di condividere come ciascuna umanissima persona il suo dolore e la sua fragilità. L'ho sentito molto moderno, l'ho sentito molto femminile nell'esporre la sua fragilità e nel testimoniare fino in fondo la sua disponibilità al sacrificio". Segue una valutazione globale del pensiero di Giovanni Paolo II sul ruolo e sul "genio" della donna, "collocata (da lui) all'apice del mondo moderno". E ancora: "Dobbiamo raccogliere il testamento" che ci ha lasciato. Per guardare con sguardo più attento le vicende che ci stanno di fronte" in "una concreta amorevolezza nei confronti della vita umana". E la conclusione suona impegnativa: "Perché non provarci a partire dai temi che sono sul tappeto?" Leggi e ti entusiasmi. Già" Ma che dicono, stesso giornale, tutti quelli per cui questo Papa era "medievale, oscurantista, feroce contro le donne, insensibile al dolore e alla dignità femminile, tiranno che voleva imporre la fede"? Per ora l'hanno confinata a p. 25. Meglio, forse, far finta di niente?
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