giovedì 22 novembre 2012
Ieri pagine sul libro di Joseph Ratzinger, "L'infanzia di Gesù". Tema importante: nella fede cristiana la nascita, quindi il “fatto” che Gesù sia stato un vero bambino è centrale come la sua morte (veramente morto e sepolto) e come la sua risurrezione (veramente risorto). Però in pagina appaiono titoli proprio singolari. Sul “Fatto” in prima eccolo: “Il Papa caccia il bue e l'asinello dal presepio”. Anche su “Repubblica”: “Ratzinger e il Presepe: non c'erano bue e asino”. Interessante, ma stralunato, leggere lì che addirittura le bozze del libro erano state fatte vedere al cardinale Martini, che ne era stato «molto contento». Anche per altre redazioni (per esempio “Unità”, p. 18 e “Mattino” p. 21, ecc.) i titoli puntano sull'assenza del bue e dell'asinello. Vero che sul “Fatto” leggi che poi il libro «come in una favola allegorica recupera tutto», quindi anche bue e asinello, ma forse capisci che qualcuno sperava che dalla vera storia fossero “cacciate” altre cose che invece restano. Ecco allora su “Repubblica” (“colta” p. 49) l'argomento principe è che i racconti dei Vangeli dell'infanzia sono “diversi” già nelle fonti del Nuovo Testamento: il racconto di Luca è diverso da quello di Matteo, cosa nota da 2.000 anni. A “Repubblica”, però, serve per questa “sentenza”: se Joseph Ratzinger voleva sostenere che quei racconti diversi convergono su una realtà vera e fondamentale, allora il suo «tentativo è destinato al fallimento». E no! Come dire che se ogni giorno sui diversi giornali, con firme diverse, leggiamo il racconto degli stessi fatti, ma ci ostiniamo a prenderlo sul serio allora in fondo siamo dei “falliti”. Strano ragionamento. Ieri qualche asino, magari cacciato dal Presepio, pareva volare in tante pagine!
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