domenica 4 maggio 2014
Il Salone del Libro di Torino è alle porte, ma gli addetti ai lavori non si fanno illusioni: per l'editoria continuano a essere tempi difficili. Come si reagisce? Con la fantasia applicata alla solidarietà, per esempio. Come sta accadendo alla Libreria Lirus di Milano. Vetrine affacciate su via Vitruvio, a due passi dalla Stazione Centrale. Poco distante da lì altre vetrine, ormai vuote. Sono quelle della Libreria Elledici, chiusa nei mesi scorsi per effetto della crisi: purtroppo i dipendenti (tre a tempo pieno e due part-time) non hanno ancora trovato un'alternativa stabile. La voce circola, alla Lirus ci pensano un po' su e poi formulano la proposta: perché non venite da noi? Per qualche mese, almeno. Diciamo da giugno a settembre, nel periodo in cui bisogna affrontare il superlavoro dei testi scolastici. Gesto generoso, oltre che conveniente per entrambe le parti. La ex Elledici aveva una buona clientela di “scolastica”, ora si tratta solo di far transitare le richieste di qualche centinaio di metri e il gioco è fatto. Soluzione temporanea, d'accordo, che riguarderà a rotazione gli addetti della libreria costretta ad abbassare la saracinesca. Il segnale però rimane, ed è forte. Va nella direzione della ricerca di strade possibili di far fronte alla crisi con iniziative “dal basso”, che sappiano adoperare con intelligenza gli strumenti esistenti. E riduce, nello stesso tempo, la distanza fra la retorica astratta sulla bellezza della lettura e le ristrettezze, tutt'altro che ipotetiche, di chi grazie ai libri vorrebbe vivere.
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