mercoledì 14 luglio 2004
Una società che pretende di assicurare agli uomini la libertà, deve cominciare col garantire loro l'esistenza. Oggi in Francia è festa nazionale, e fin dalle medie impariamo a declinare quella trilogia emblematica Liberté, égalité, fraternité. Con Léon Blum (1872-1950), noto uomo politico socialista francese, proviamo a delineare un profilo particolare del primo di quei vocaboli, un termine di cui ai nostri giorni molti si riempiono la bocca a proposito e - più spesso- a sproposito e ipocritamente. Libertà: il primo, necessario gradino della libertà è la liberazione dal bisogno, dalla fame, dalla miseria. La libertà in senso astratto va bene nei trattati di politica, di sociologia e di morale, ma è nella concretezza dell'esistenza dei singoli che essa deve incarnarsi. Impegno fondamentale della vera democrazia libera è quello di assicurare una dignità di vita a tutti i suoi cittadini. Tuttavia, non basta sfamare o assicurare un sufficiente tenore di vita. Questo impegno è solo la base su cui si deve edificare il resto, perché la creatura umana non è solo stomaco e sopravvivenza. Ecco, allora, la necessità anche dell'uguaglianza e della fraternità, cioè di relazioni veramente umane. Ecco l'esigenza dell'espressione del pensiero, del culto, delle scelte politiche. Ecco la crescita della cultura e della formazione personale, ma anche del rispetto dell'altro e dell'osservanza delle leggi. Certo, tutto questo non fiorisce se non c'è quella radice primaria che assicura l'esistenza. Ma la libertà è l'albero intero in tutta la sua pienezza e vitalità, è "quel bene che fa godere gli altri beni", come diceva un grande francese, Montesquieu.
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