martedì 15 settembre 2009
Domanda non retorica: che mi succede se in pubblico dico che Tizio e Caio fanno le cose più infami, tradendo i valori più preziosi che hanno, e l'accusa è non provata? Rischio una denuncia, e se quella è falsa infame sono io. Con eccezione: se l'accusa infame, anche nei particolari più turpi, è a fumetti e ce l'ha col Papa, allora"è libertà! Ecco: domenica "Riformista", mezza p. 22, Stefano Disegni disegna il Papa in persona che, col suo principale collaboratore al telefono con altra persona anch'essa ben individuata, parlando mezzo in italiano e mezzo in un penoso ridicolo latino contratta " "ottimo contratto" è infatti la battuta conclusiva, Ndr " la sua indulgenza complice in un numero concordato di chiarissime porcherie, mentendo e calcolando interessi di bassissima bottega. Insomma: in 12 disegni si afferma che la Chiesa è mercenaria, simoniaca e moralmente indegna, con Joseph Ratzinger e il cardinale suo principale collaboratore mercanti delle cose più ignominiose! E che succede? Niente. Tutto in ordine. È libertà di stampa. Coincidenza con un'annotazione. Stesso giorno su tutti gli altri giornali " il "Corsera" ne dà addirittura una colonna intera di testo alla lettera (p. 7) " si leggono forti parole dello stesso Benedetto XVI sul dovere di pulizia morale, disinteresse e rifiuto di potere mondano doveroso per gli uomini di Chiesa. Sul "Riformista" niente. "Il Riformista" è un giornale intelligente e libero, persino moderato e colto. E ieri, p. 3, trovo su "L'Unità" una vignetta analoga, dritta come uno sputo, sulla stessa faccia. Libertà di stampa? Se è questa fa schifo"
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