sabato 22 novembre 2014
Libertà: di opinione, o anche di sproposito? Ieri (“Corsera”, p. 49: “Le emozioni provengono dal corpo”) Chiara Lalli entusiasta di un libro la cui tesiè che “ciò che noi chiamiamo psichico nasce in realtà dal corpo”. Che dire? “Questa la sapevo!”, ma non si tratta di una pubblicità di spaghetti. Già per Aristotele e gli scolastici “nulla è nell'intelletto se prima non è stato nei sensi”. Lei però ne trae a sorpresa una conclusione “affascinante, e non solo utile dal punto di vista terapeutico”: “il libero arbitrio non esiste”. Mai spazio perciò ad alcun 'senso di colpa', “siamo sempre più innocenti di quanto pensiamo”, basta con la “mania di pensare che oggi dilaghi il degrado morale”, ricordiamoci “com'era angusta la società per le donne solo qualche decennio fa”: viva la modernità! Ci pensi: è uno sproposito? No! Altra sorpresa ieri seconda battuta, in edicolal'“Internazionale” (n. 1078, 21-27/11, pp. 40-47). Copertina con grande “strillo”: “Libere di abortire”. La tesi è precisa: “Interrompere una gravidanza dovrebbe essere considerato un evento comune, perfino normale, nella vita riproduttiva di una donna. Proprio come avere un figlio”. Otto pagine: grandi foto e dagli Usa doppia performance (internazionale) di Katha Pollitt. Inizio della prima con rammarico: “Io non ho mai abortito, mia madre sì”. Purtroppo l'ha saputo solo dopo, e da altri. Imbronciata anche la seconda: purtroppo “anche chi sostiene il diritto di scelta giudica l'aborto negativamente. Mentre è un episodio normale nella lunga vita riproduttiva di una donna”. Un dubbio: ma se davvero “il libero arbitrio non esiste” anche Auschwitz fu “un evento” come altri! E l'amianto killer? Normale, come la sua prescrizione. Domanda: libere opinioni in pagina su semplici “eventi” tutti e sempre “normali”, o qualche sproposito è un po' anormale?
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