giovedì 8 luglio 2010
«Mai troppa la libertà di stampa». Sì, ma anche quella di giudizio su essa. E così ieri libero titolo su "Repubblica" (p. 1), «Il Papa senza montagne, vacanza a suonare Mozart». Però per i tanti che leggono solo i titoli, pare fatto apposta per suggerire il ridicolo. Nel testo leggi, sì, che «non tutto il periodo sarà dedicato al riposo», ma l'insistenza su orari, menu di «uova, latte e olio» per il Papa che " conclusione "paterna" " «ora ha solo bisogno di riposo e di riflessione», conferma la sottile avversità di principio che poi (p. 20, pur con testo corretto) si fa grave e falsificante in titolo " «Belgio, il cardinale nascose dossier sul "mostro"» " e sommario, «L'ex capo del clero belga conservava foto delle vittime dell'orco di Marcinelle». Sicuro: il cardinale? «Nascose» e «conservava» quella robaccia! In realtà viene fuori che quei dossier erano stati inviati per scherno da una rivista satirico-pornografica alla Santa Sede che li inviò al cardinale primate del Belgio, il quale li buttò nella cantina. Perciò qui "Repubblica" cavalca un pregiudizio non più sottile, ma calunnioso. Usanza che, sempre ieri, nella rubrica "Lettere" si fa ancora una volta rito parossistico fin dal titolo " "L'inutile aumento dei prof. di religione"" posto alla quotidiana tirata del solito indignato speciale Augias, sempre ossessionato da Chiesa e preti, e soccorso dall'immancabile prof. Cacitti. Lui stavolta ce l'ha con «la posizione assurda e incostituzionale dei prof. di religione, che produce la profonda ignoranza degli italiani in materia religiosa». Che dire? È un fatto: tre "italiani", Augias, Cacitti e la lettrice cui replica.
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