domenica 26 ottobre 2003
"E' tornato il partito cattolico, a caccia di voti del cielo". Strilla ieri "Repubblica" (p. 15) sul voto trasversale che ha bocciato i tempi brevi per il divorzio. Allarme a sinistra, ma anche a destra: vista qui ieri "l"ira funesta" di "Libero", giovedì, ripetuta anche ieri. E si allarma anche il quasi centro, se anche "Europa" commenta acida in prima pagina sui politici che magari sono divorziati e poi votano contro i tempi brevi. E sul "Messaggero" Mario Ajello lamenta amaro: "Contro il divorzio per salvare l"unione con i vescovi". Idem sul "Riformista": "La lobby cattolica e la legge del 2%". A Malpelo pare buffo che tutti si dichiarano liberali, ma non capiscono che finalmente, per convinzione, necessità, convenienza o virtù succede che chiunque vota voti con la sua coscienza, non data in affitto, né tanto meno venduta. È il senso giusto della tanto decantata "laicità"! Se è in gioco un valore di coscienza nessun programma, nessun partito, nessun diktat può imporsi a chi deve decidere. È la democrazia: si vota e ci si conta. Stop. Chi vince, vince. Chi perde, perde. Semmai alla prossima ci può riprovare. È un"ottima e benvenuta trasversalità, questa. Forse qualcuno scopre che non è poi così sicuro che tutti gli altri siano d"accordo con lui, e si arrabbia? Che una certa "egemonia" culturale era più vuota che piena? Che certe sicurezze dette "laiche", in realtà laiciste e antireligiose, si sono sopravvalutate, come annotava ieri Antonio Socci sul "Giornale"? Nella società c"è " come si dice " "il ritorno della religione", o "la rivincita di Dio", o cresce l"influenza della Chiesa? E allora? È, o no, la democrazia? Prosit.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI