sabato 14 marzo 2009
«Ratzinger alla frutta!» Euforia ieri in un'email anonima specializzata in calunnie antichiesa, e anche in tante pagine per le relazioni tra Santa Sede e lefebvriani. Meno volgare, ma sempre al veleno "La fronda della Curia contro Ratzinger" ("Repubblica", p. 1) e sul fronte opposto "Preti contro preti. Maxi lite in Vaticano" ("Libero", p. 1), che di suo aggiunge, secondo antipatie di redazione da sempre note, la lista dei «nemici del Papa». Più pacata ancora su "Repubblica" (p.1) una lezione «teologica» ricorda che «la polemica intraecclesiale» risale ai primi tempi, e che «già Gesù fece polemiche in prima persona». Malpelo ripensa ai quasi due mesi della vicenda, iniziata certo con qualche sorprendente inavvertenza, ma anche ai 2000 anni di storia passati. Si è davvero «alla frutta»? Giovedì sera Renato Mannheimer affermava, dati alla mano, che oggi il 60% degli italiani ha piena fiducia nella Chiesa di Benedetto XVI. Dunque proprio alla frutta non si è. E allora? Allora è un vezzo recente, specie di "Repubblica" e dintorni, forse anche come autoincoraggiamento, ripetersi che «la gente» non segue più questo Papa e questa Chiesa. È loro abitudine, del resto, parlar male dei Papi vivi, persino a costo di elogiare quelli morti, dei quali da vivi hanno detto peste e corna. Oggi i cliché sono due: quello della «Chiesa del no», con inchiesta riservata solo a chi è già d'accordo in tutto con l'autore, e quello del calo dei numeri alle udienze del Papa, che però non tiene mai conto del calo globale del turismo a Roma (ieri "Dnews" pag. 5: 15%), che forse spiegherebbe qualcosa in più. Contenti loro"
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