mercoledì 25 giugno 2003
Questioni intrecciate anche in pagina: radici europee, immigrazione, accoglienza, buonismo" e cannonate. Risulta - dati Eurisko - che l'87% degli italiani si dichiara cattolico, il 30% va a messa la domenica e il 62% ritiene fondamentale la religione. "Repubblica" (22/6, p. 1) ne prende atto, ma pare mastichi amaro e tenta di prendersi una rivincita sostenendo che però questo "Dio (degli italiani) è relativo". Stesso giorno sulla "Stampa" il noto intellettuale islamista Khalèd Fouàd Allàm ricorda ai suoi fratelli di fede che "è necessario riformulare la religiosità in rapporto alla natura del paese ospite: si eviteranno radicalismo, solitudine e conservatorismo". Le nostre "radici culturali cristiane" sono quindi essenziali anche per gli islamici che vengono da noi. Domanda: chi è più "straniero" e più "sradicato", in Italia, un immigrato islamico che fa i conti sul serio sia con la sua fede nativa che con la realtà del paese in cui ora vive o un politico, magari "senatùr", che teorizza le cannonate per ricacciare indietro gli uomini che arrivano da fuori? Khalèd Fouàd Allàm pare più europeo di un politico che ignora la realtà centrale di tutta la cultura occidentale, e cioè l'essenziale pari dignità di ogni persona umana, quale che sia la sua razza, il suo portafogli, la sua religione, la sua età" Perciò sono davvero fuori luogo certe tirate ("Il Giornale", 23/6, p. 4) contro il "buonismo". Con l'argomento immigrazione il buonismo non c'entra nulla. È solo questione di umanità" Chi non lo capisce è uno" sradicato. Una brutta "involution"!
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