giovedì 7 maggio 2015
Ieri ovunque l'annuncio: «Durante il Giubileo nella confessione sarà possibile “perdonare” l'aborto». Pensi e ricordi che di fronte al pentimento sincero per il «peccato di aborto» ogni confessore – purché delegato dal Vescovo – ha sempre avuto e ha, con penitenza appropriata da indicare al penitente, l'effettiva autorità di assolvere: la “riserva” giuridica alla S. Sede è strumento di ammonizione, non ostacolo alla misericordia. Infatti si amministra il sacramento «in persona Christi», perciò dice «Ego te absolvo». Quindi l'«eccezionalità» del Giubileo segnala l'occasione speciale e beneficamente positiva, non l'esclusività assoluta della Misericordia, che è sempre infinita. Altro: sempre ieri qui (p. 22) in “Agorà” Edgar Morin, grande sociologo laico, sul compito perenne di ricerca della verità con l'instancabile interrogarsi della coscienza e sul dovere di essere responsabili verso se stessi e gli altri, sempre capaci di correggere gli errori. Leggo e “di rimbalzo” ricordo una bella intervista di Morin per il Tg3, nel 1993: alla fine, in partenza da Roma, come “compenso” amichevole volle che lo accompagnassi a bere un caffè in piazza S. Eustachio. Per lui quello era il «sapore» indimenticabile di Roma. Ancora ieri, ancora “Agorà” (p. 23) Filippo Rizzi nel 50° della morte di «Bevilacqua, il cardinale parroco», caro a Giovanni XXIII e Paolo VI, grande figura di anticipatore del Concilio, e anche di alcuni tratti “forti” del pontificato di Francesco. E ricordo (cfr. “La parola di P. Giulio Bevilacqua”, Morcelliana, Brescia, 1967, pp. 166-167) che nella prima Messa di un giovane prete il 24/5/1964 gli raccomandava: «Ama questa generazione che ti domanda molto… Benedicila e spera che diventi sempre più anticlericale… Voglio dire con questa parola che veda in noi non dei dominatori, ma dei servitori della vita». Bei rimbalzi!
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