martedì 21 aprile 2020
Qui (19/4. p. 39) Luigino Bruni ricorda magistralmente che «La Bibbia usa l'identica parola, “kabod”, per dire la gloria del Signore e dell'uomo». Riflessione con appendice. Nel “Gloria”: «Noi ti rendiamo grazie per la tua (sic!) grande gloria». Che senso ha il ringraziamento se, pur grande, quella “gloria” è tutta “sua”? Illogico! Ma se quella gloria, pur tutta sua, fosse anche “nostra”? Se quella realtà non è solo del ringraziato, ma anche di chi ringrazia? È così nel caso del Dio rivelato dalla parola biblica: la gloria di Dio e anche gloria dell'uomo. Alla formula penserà Ireneo di Lione: «Gloria Dei vivens homo, vita autem hominis visio Dei» (Adv. Haer, IV, 20, 7). Una lettura arricchente! Ce n'è anche di opposte. Esempio da antologia sul “Corsera” (17/4, p.33): Antonio Carioti racconta «la ricostruzione di una strage fascista» in un libro. Titolo perentorio: «Etiopia il santuario insanguinato». Testuale: «Si stenta a credere che il cardinale Ildefonso Schuster arcivescovo di Milano abbia definito “missione nazionale cattolica e di bene”, il 28 ottobre 1935 l'aggressione italiana contro l'Etiopia». Carioti ricorda «l'allineamento della Chiesa cattolica di allora con il regime fascista». Un giudizio perentorio, e quell'appoggio all'invasione appare del tutto scandaloso, perché Carioti rievoca di seguito un fatto che i lettori di questo giornale conoscono bene: lo sterminio di circa 2mila monaci e pellegrini cristiani copti eseguito su ordine di Graziani dal generale Piero Maletti nel maggio 1937. Strano senso della storia! Nel 1935 il cardinale poteva sapere della strage che sarebbe avvenuta a maggio 1937, divenendo così profeta che elogia un crimine spaventoso? Questa ricostruzione è dal punto di vista storico semplicemente un falso. Leggi, ma non ti arricchisci: anzi! Brutto esempio di confusione: di fatti e di pregiudizi.
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