giovedì 18 luglio 2002
Paragoni. Sabato "Corsera" e "Repubblica" pubblicavano l"intervento del card. Carlo Maria Martini al Convegno del "Regno" a Camaldoli. Sul "Corsera" inizio in prima pagina ("La Bibbia nel futuro dell"Europa") e seguito su 7 colonne a p. 10. Mezza pagina 13, invece, su "Repubblica", che a p. 19 ha anche un pezzo di Marco Politi sul "primo giorno da ex" di Martini: due colonnini tra colore e veleni soffusi. Nel colore espressioni come "passo lento", "volto grave e controllato che gli è proprio", "non gli appartiene più lo scettro (sic!) della diocesi di S. Ambrogio", e il "Prodi che se lo guarda come se volesse portarlo a Bruxelles". Per i veleni, invece, questa frasetta buttata lì: "l"opposizione di quanti non vogliono nella futura Costituzione europea un accenno alle radici cristiane non sembra angustiarlo". Poi un giudizio: Martini parla della necessità di vivere il Discorso della Montagna, e per "Repubblica" è "un delicato colpo di fioretto" forse destinato "alle gerarchie ecclesiastiche". È la solita moda di disegnare un Martini sempre "in dissenso" con Santa Sede e Cei, moda che però allo stesso cardinale ha dato tanto fastidio per venti anni e passa. Incorreggibili! E non basta: stessa "Repubblica" di sabato, prima pagina e grande seguito in "Cultura", ecco l"articolaccio della Sontag di cui ho parlato domenica, con l"inaccettabile e insultante attacco alle intenzioni stesse di Giovanni Paolo II a proposito dei preti pedofili. Dicono che i paragoni sono odiosi. Non sempre. Molto meglio il "Corsera".
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