giovedì 8 ottobre 2015
Essere papà anche in carcere grazie ai libri. Leggere favole, guardare le illustrazioni nell'attesa del colloquio e poi tutti insieme: papà, mamma e figli con l'aiuto di volontari. È il progetto "Nati per leggere" che nel carcere di Secondigliano consente ai piccoli di superare l'impressione sconvolgente del carcere e ai papà detenuti d'incontrare i propri figli nella serenità della lettura. Il progetto, sostenuto dall'associazione Nati per leggere Campania e dall'Associazione Culturale pediatri, insieme al Comune di Napoli, coinvolge 250 padri detenuti e i loro figli in età prescolare. La valenza del progetto è duplice: da un lato, offrire a questi nuclei familiari, disgregati da un'esperienza traumatica, un'occasione per agevolare la paternità attiva sospesa dalla detenzione; dall'altro, attuare percorsi pedagogici per stimolare la lettura nei bambini in piena età evolutiva. Attraverso un libro si vuole arrivare alla cultura, spesso l'unica arma davvero potente contro il rischio di seguire strade sbagliate. Un'iniziativa su cui punta molto anche il sindaco Luigi de Magistris: «Il lavoro più difficile è quello di confine, nessuno nasce criminale. Se facciamo incontrare i bambini con i libri certamente inneschiamo una grande sensibilità verso la cultura, le istituzioni e il mondo del sociale – spiega de Magistris –. Credo moltissimo in questa iniziativa che dà attenzione e ascolto alle famiglie in difficoltà». Tra qualche settimana le storie da leggere insieme arriveranno anche ai bambini del quartiere Forcella.
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