domenica 25 maggio 2008
Il concetto di "adulto" viene spesso usato in associazione con "cattolico", cosicché, benché i rispettivi ètimi siano molto diversi, a volte sembra in relazione con "adultero", cioè non molto fedele alla fede. Su La Repubblica (mercoledì 21), Miriam Mafai presenta il libro di un «ginecologo cattolico adulto, ma non obiettore», che «sottopone a un tagliando» la legge 194, ma muove severe critiche alla «presenza del volontariato cattolico [...] che ha irrigidito nel tempo le sue posizioni, con l'obiettivo di trasformare i consultori sostanzialmente [...] in veri e propri centri di aiuto alla vita». O il «medico cattolico adulto» non ha quella «lunga esperienza sul campo» che gli attribuisce la Mafai o a questa mancano le informazioni elementari, perché i volontari cattolici non sono nei consultori, ma in alcuni ospedali. Anche questo svarione fa parte delle celebrazioni del trentennio della 194. Legge «civilissima», ha scritto Augias (Repubblica, venerdì 16), forse perché finora ha consentito l'uccisione di quasi cinque milioni di creature innocenti; o forse perché agisce «contrastando l'idea della vita come dogma, principio astratto, come qualcosa che prescinde la relazione» (Angela Azzaro, responsabile culturale di Liberazione, mercoledì 21); o perché sarebbe «la più tormentata delle leggi italiane» (non è più "sacrosanta"? Eleonora Cirant, Libera Università delle Donne, Milano, stesso giorno e giornale). La celebrazione più indovinata, però, è ancora quella di Liberazione del 22 maggio: «Legge 194, anniversario con killeraggio». Giusto: quel giorno, statisticamente, sono stati «killerati», come tutti i giorni feriali, 415 bambini da poco concepiti.

Darwin perde 1 a 0?
Proprio mentre l'ultimo MicroMega (n. 3) era tutto dedicato ai «nemici di Darwin [che] non finiscono mai», due tra le più importanti riviste scientifiche internazionali, Nature e Genome Research, pubblicavano un saggio (ripreso sinteticamente da Repubblica venerdì 9 e dal Corriere della sera domenica 11), in cui alcuni ricercatori dimostravano che l'ornitorinco (strano mammifero australiano semiacquatico, palmato, potentemente velenoso, con il becco, che depone uova, ma poi allatta i piccoli pur non avendo mammelle e che ha una temperatura corporea piuttosto bassa: si potrebbe dire metà rettile, metà uccello e metà mammifero) possiede anche una quarta metà. che lo imparenta lontanamente (170 milioni di anni) con l'uomo. Da ciò, Massimo Piattelli Parlmarini (docente di scienze cognitive al San Raffaele di Milano e altrove) deduce e spiega che «l'orni-torinco sconfigge Darwin uno a zero» e «mette in crisi l'evoluzionismo». Dieci giorni dopo arriva sul
Corriere la replica di un esperto di biologia evoluzionista, Giorgio Bertorelle: forse Darwin è salvo. Vedremo se MicroMega avrà qualcosa da dire, ma ecco, nel citato n. 3, una perla di Edoardo Boncinelli, noto genetista e biologo molecolare: «Il punto è che la natura non ragiona con la nostra testa e l'evoluzionismo, come tutte le grandi rivoluzioni scientifiche, mal si adatta al nostro modo di vedere e di pensare». Se è così, il contrasto non sarebbe tra scienza e fede o tra fede e ragione, come dicono i razionalisti evoluzionisti, ma tra scienza e ragione. Che il razionalismo non sappia evoluzionarsi?
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