giovedì 21 ottobre 2004
Fa" attenzione a non legarti ad alcuna credenza esclusiva e a non misconoscere la verità presente in tutte le altre. Coltiva nel tuo animo un interesse primario per le varie fedi, nessuna esclusa, poiché l"Altissimo Iddio è troppo grande per essere compreso da una sola fede e non dalle altre.Ci credereste che a scrivere queste parole così aperte ed "ecumeniche" è stato uno dei massimi teologi musulmani? Basterebbe solo prendere in mano il libro Fusus al-hikam, ossia "gemme di saggezza", di Ibn "Arabi (1165-1240) nell"edizione araba di Beirut, a p. 113 (o nella versione inglese Wisdom of Prophets), per scoprire che è suo questo consiglio, inserito in un"opera che è simile a un testamento spirituale. Non bisogna dimenticare che questo pensatore era nato e vissuto in Spagna ma si era trasferito poi in Marocco e a Damasco, ove era morto, unendo così culture diverse.Certo, egli non cessa di essere musulmano e di considerare Maometto come il "sigillo dei profeti". Tuttavia il suo invito è quello di scoprire tutti i semi di verità deposti da Dio nei vari terreni religiosi e spirituali. Detto in altri termini, senza cadere in un sincretismo relativista, è necessario superare la grettezza dell"integralismo radicale. Una lezione, certo, disattesa dai fondamentalisti musulmani ma talora anche da quei cristiani che respingono in blocco l"islam in modo aggressivo e sprezzante, senza comprendere che in esso ci sono voci e fermenti di comunione che il nostro rigetto fa spegnere, lasciando spazio alle reazioni più aspre della difesa. Ritroviamo, invece, la fecondità dell"ascolto, della conoscenza, del dialogo e del confronto.
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