sabato 18 ottobre 2014
C'era una volta una cellula eternamente bambina capace di diventare qualsiasi altro tipo di cellula quasi per magia... Staminali queste "conosciute", potremmo dire, perché niente più di loro ha calcato la scena della ricerca scientifica mondiale degli ultimi anni. In tutte le variabili: adulte, placentari, del liquido amniotico e cordone ombelicale, fetali ed embrionali, nonostante soltanto le prime abbiano condotto sinora a cure vere e proprie (e le ultime solo a molta e costosa propaganda). Che fossero un tesoro si era capito quando il Nobel per la Medicina 2012 è andato allo scienziato giapponese Shinya Yamanaka che si è inventato un metodo per far tornare le cellule già specializzate in elementi staminali, dunque di nuovo capaci di diventare tutte le altre cellule del corpo. Yamanaka ha rincorso la loro forza: tutto l'organismo si sviluppa dalle prime staminali e, poi, ne rimane una riserva nei tessuti adulti per riparare le lesioni e mantenere in funzione gli organi. Come era immaginabile, sono state via via scoperte in tutti i distretti del corpo, e ora è toccato all'esofago. Alla University Pittsburgh-School of Medicine è stata rilevata la presenza di cellule bambine nel canale che collega la faringe allo stomaco. «Non sono la panacea a tutti i mali, ditelo», è l'appello spesso lanciato dai ricercatori più coscienziosi che non vogliono creare illusioni. Ma la scienza ha reso accessibili con le staminali vere e proprie terapie efficaci in molte malattie. Sotto con la ricerca, dunque, per poterci curare con le nostre stesse cellule.
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