sabato 31 maggio 2014
Cresceranno dietro le sbarre, ma saranno il simbolo della libertà e della voglia di ricominciare. Uno dei vivai più importanti d'Europa, il vivaio Vannucci di Pistoia, ha deciso di "delocalizzare" una parte della sua produzione nel carcere di Sollicciano. Un gruppetto di detenuti, che già oggi si occupa di travasare piante di rose che vengono poi vendute nei mercati fiorentini, lavorerà in una serra costruita appositamente all'interno del penitenziario. Le piante verranno curate e fatte crescere per un determinato periodo, poi torneranno nel vivaio. A rendere possibile questo progetto l'impegno della cooperativa sociale Ulisse che da quindici anni è in prima linea su questo fronte e nel carcere fiorentino ha creato anche un laboratorio per riparare biciclette, lanciando il marchio "Piedelibero". L'auspicio della cooperativa è che l'emergenza sovraffollamento venga combattuta dando maggiore spazio al lavoro, dentro e fuori dal carcere. «È una grande occasione di riabilitazione e di reinserimento nella società» sottolinea il presidente Giovanni Autorino mentre la ditta Vannucci spiega di considerare «la responsabilità sociale non una formula vuota» ma un contenitore di «impegni molto concreti». I detenuti selezionati per diventare vivaisti, tutti al di sotto dei 40 anni e con pene inferiori ai cinque anni, sono stati selezionati in base all'interesse e alle capacità manuali. Per adesso sono soltanto tre, ma il seme della speranza (e del lavoro) darà sicuramente altri frutti.
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