sabato 13 febbraio 2016
Lo chef superstar Apicio consiglia di usare in cucina le padelle antiaderenti fabbricate a Cuma, città dei Campi Flegrei, in Campania. Funzionali per tutte le ricette, in particolare per la cottura di piatti di carne, sono anche facili da pulire. Per i loro stufati i "master chef" dell'antica Roma volevano solo teglie con il fondo rosso, dette "cumanae testae", provenienti appunto dalle rinomate officine di Cuma. Stiamo parlando dell'età augustea tiberiana e delle antesignane delle moderne padelle. Scoperta archeologica dell'Università Orientale di Napoli, da anni impegnata in scavi nell'area. È stata così rinvenuta una discarica di 80mila pezzi: il sogno degli archeologi delle ceramiche e sogno realizzato di Marco Giglio, che studia i reperti. «Pentole del genere – spiega – sono arrivate fino in Britannia ed ora è certo che venivano da qui. Quelle imperfette venivano gettate in discarica. Così possiamo capire quali fossero i metodi di lavorazione e il livello qualitativo di questi ricercati manufatti». Il fondo antiaderente era ottenuto grazie a un particolare rivestimento interno utile a creare una superficie spessa e liscia, che impediva ai cibi di attaccarsi alle padelle. A Cuma solo il 10% del territorio delle fabbriche è stato scavato, i reperti provengono dalla zona dello stadio e della porta settentrionale della città e dimostrano la presenza di importanti officine produttive attive fino al II secolo dopo Cristo. Le ceramiche cumane, grazie alla qualità dei materiali si diffusero in tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna al nord Africa, e sono state trovate anche in Francia e Germania.
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