venerdì 17 novembre 2017

Quando sarai grande, Marta, ci sono parole che ho messo da parte per te. Adesso ti sto dicendo le bugie per poterti dire poi, da grande, la verità. Io amo un altro uomo che non è tuo padre. L'ho dovuto dire a me stessa e ci ho messo sei anni. L'ho chiamato amico ma non lo è; l'ho chiamato amante ma non lo è; l'ho chiamato "l'uomo che avrei voluto accanto a me" ma non ha senso. Non voglio raccontare balle: soprattutto a me stessa. Mi capisco con lui anche se non ci parlo. Sto con lui, anche se non lo vedo: una telefonata basta. E parliamo di cose che abbiamo in comune che non siamo sempre e solo io e lui. Non ci faccio l'amore. Il sesso è l'unica cosa che tuo padre prende da me. È suo. Non posso e non voglio levarglielo, levarlo al nostro matrimonio. Ho provato a dargli altro, a dargli tutto, a "condividere", come dicono quelle che il marito le ha volute tutte intere, ho provato a condividere, ma non vuole. Forse non sa, non può, non è capace. Vuole il sesso, l'unione, chiamalo come vuoi. E io non voglio levarglielo. Lui, l'altro, non è il mio amante: io lo chiamo amore.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un'amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie

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