domenica 24 agosto 2014
«L'avevano chiamata Ana Libertad. Ora ha ottenuto quel bene tanto prezioso che i genitori le avevano augurato con la scelta di quel nome: benvenuta Ana alla tua libertà». Con queste parole, la presidente delle Nonne de Plaza de Mayo, Estela Carlotto, ha annunciato il ritrovamento della nipote numero “115”, Ana Libertad, appunto. È uno dei 500 ex bambini rubati durante l'ultima dittatura e ancora “desaparecidos”. I militari li sottraevano alle mamme subito dopo il parto. Così è accaduto a Elena de la Cuadra quel 16 giugno 1976 quando, poco dopo aver dato alla luce nel commissariato 5 e 6 di La Plata, la piccola le fu portata via e mai consegnata alla nonna, Licha Zubasnabar. Quest'ultima, però – saputo da alcune compagne di prigionia di Elena della nascita – non smise mai di cercarla. Fino alla morte, avvenuta nel 2008. Proprio per coordinare la ricerca dei nipoti scomparsi, Licha e altre donne fondarono l'associazione Nonne di Plaza de Mayo. Zubasnabar ne fu la prima presidente. Purtroppo, questa non ha potuto riabbracciare Ana Libertad.Il suo “ritorno” è il primo risultato tangibile del cosiddetto “effetto-Guido”, ovvero il ritrovamento, meno di tre settimane fa, del nipote dell'attuale presidente, Estela Carlotto dopo 36 anni di ricerche. Ana Libertad – il cui nome attuale, datole dai genitori adottivi non è stato diffuso – si è sottoposta di sua iniziativa al test del Dna perché aveva dei dubbi. Come Guido. A differenza di quest'ultimo, però, la giovane non vive in Argentina ma in Europa.
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