venerdì 23 settembre 2022
Ho frequentato, tanto tempo fa, due donne francesi di grande valore che portavano lo stesso cognome, Rochefort, senza conoscersi tra loro: una narratrice e polemista, Christiane (1917-98), scesa a Parigi dal Nord, e una geografa e sociologa della scuola del grande Braudel, Renée, lionese (1924-2012). La seconda scese nel nostro sud per una grande inchiesta (tradotta più tardi da Sellerio) sul Lavoro e i lavoratori in Sicilia. L'aiutammo per il possibile, Danilo Dolci e la sua piccola banda di volontari di cui ero parte, ignorante di quasi tutto ma ormai abbastanza pratico dell'isola. Studiò più tardi i maghrebini di Lione, ma tornò più volte tra noi e dal suo essenziale italiano appresi a collegare tanti fenomeni che riguardavano l'economia siciliana e le sue conseguenze sociali e culturali, risalendo dagli effetti alle cause. Christiane la conobbi a Parigi grazie a un amico italianista. Piccola e bruttina ma vivacissima, era diventata famosa per aver scritto nel '58 un romanzo, Il riposo del guerriero, in cui c'entrava la guerra d'Algeria e che, per i modi espliciti in cui vi si parlava di sesso, scandalizzò la signora De Gaulle facendo con questo il successo del libro… Christiane si dichiarava anarchica e femminista (una definizione ancora rara), e lo era davvero… Mi trascinò per esempio più volte in un'impresa che avrebbe potuto essere pericolosa: andavamo in un cinema di primissima visione, sugli Champs Elysées, e ci sedevamo alle spalle di qualche signora impellicciata. Ma, prima, mi aveva incitato a masticare gomme americane per appiccicarle come lei alle pellicce, rovinandole così in eterno… Naturalmente eravamo i primi a scappare verso l'uscita quando il film era sul finire… Me ne sono ricordato anni dopo, quando Brigitte Bardot, che era stata la scandalosa interprete del film tratto dal Riposo, si fece promotrice di grandi campagne contro l'uso borghese delle pellicce. Christiane scrisse altri libri interessanti, per esempio quello sulla vita nelle "città satelliti" che nascevano allora intorno a Parigi, I bambini del secolo, che piacque molto a Cesare Cases… E Una rosa per Morrison che, uscito nel '67, aveva come eroe un cantautore americano (ma credo che il cognome fosse casuale, ché Jim Morrison era ancora poco noto) che girava l'Europa da un'osteria a un pub predicando ai suoi coetanei una rivoluzione, che scoppiava infine, nel romanzo e più tardi nella realtà, in un bel mese di maggio.
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