mercoledì 28 aprile 2021
Con il titolo Indiscretions; or, Une Revue de Deux Mondes Ezra Pound pubblicò nel 1923, mascherando i nomi, una sorta di autobiografia che era una biografia di suo padre, Homer. Il libro è una rarità bibliografica oggi valutata dai 500 ai 1.360 euro. Quando Homer ricevette il libro, fece questo commento al figlio: «Così sia, se ti pare o parve così». Mary de Rachewiltz (1925), figlia di Pound, ha specularmente intitolato Discretions la biografia dei suoi anni giovanili che è anche una biografia di Ezra, talmente intrecciate, in questa “Storia di un'educazione”, sono le vite di figlia e padre. Discrezioni fu pubblicato da Rusconi nel 1973, più volte ristampato, ma da tempo era assente nelle librerie. Meritoriamente Lindau ha rilanciato il volume con l'aggiunta di una preziosissima “Coda” (pagine 314, euro 24,00). Pound, sposato con Dorothy Shakespear, ebbe Mary dalla violinista Olga Rudge. La bambina venne presto affidata a una coppia di sani contadini di Gais, in Trentino-Alto Adige, che la crebbero con affetto e parsimonia. Mary si affezionò a Mamme e Tatte, sempre però avendo nel cuore Tattile e Mamile, i suoi genitori. Una loro rara visita, una lettera di Pound – che a distanza pilotava l'educazione della figlia – rendevano più stretti i legami naturali, sempre più culturali. Chi non conosce Discrezioni, segua il consiglio di leggere al più presto questo libro di fedeltà e di ammirazione, di poesia, di musica e di struggente tenacia. Scoprirà la storia d'amore di Mary e di Boris de Rachewiltz, il principe dal quale la ragazza prenderà il cognome: due ventenni che andarono a vivere a Brunnenburg, un castello semidiroccato che con entusiasmo riuscirono a restaurare e dove Mary vive tuttora: «Una casa senza maniglie alle porte», osservò Salvatore Quasimodo. Boris diventerà un famoso egittologo e, fra l'altro, scriverà un testo fondamentale della bibliografia poundiana: L'elemento magico in Ezra Pound. Dedico le righe che mi restano in questa colonnina alla “Coda”, finora inedita in Italia. Le pagine centrali riguardano la visita di Mary al padre, rinchiuso nel St. Elizabeths Hospital di Washington, nel 1953. Era un tentativo per indurlo a firmare una certa dichiarazione (una specie di ritrattazione) che gli avrebbe restituito la libertà. Bastò un'occhiataccia del padre per riempire la figlia di vergogna. Si legga questo passaggio: «Io stavo a guardare le piccole, continue umiliazioni di quel signore che da bambina alla Banca d'America e d'Italia mi dava una manciata di spiccioli da distribuire ai mendicanti, ora ridotto alle noccioline per attirare gli scoiattoli. Non ho mai visto la mensa del manicomio, me l'immaginavo – in fila con i vecchi sdentati, dementi, l'uomo cui a tavola piaceva il fiore nella vaschetta dell'acqua, che sceglieva il cibo con tanta cura». Finalmente, nel 1958, il ritorno in Italia. Brunnenburg era troppo scomodo per un ultrasettantenne, faceva troppo freddo. Preferì la casa di Sant'Ambrogio, a Rapallo: «Da allora Mamile e il Babbo hanno avuto cura l'uno dell'altra. E ora insieme riposano sull'isola di San Michele», a Venezia.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI