sabato 13 maggio 2017

In un Paese in cui spesso il legislatore è lento erestio, le sentenze costituisconosurrogati imperfetti della legge. Con ricadute a cascata. Uno tsunami che investe tutti, non solo chisi trova ad affrontare la dolorosa esperienzadel divorzio, la decisione della Cassazione di parametrare l'assegno divorzile al grado di autosufficienzaeconomica del partner "debole"-in genere la moglie- e non più al tenore di vitaprecedente. Sentenza in linea diprincipio giusta che tuttavia -al netto degli abusi e dei divorzi da rotocalco- rischia di aggravare le ingiustiziecorrenti. Per cominciare, i processi peril mancato pagamento dell'assegno da parte degli ex-mariti sono aumentati del 20 per cento in unquinquennio e la sentenza potrebbe ulteriormenteincoraggiare i "renitenti". E se ha senso che il matrimonio non venga più ottocentescamente inteso come"sistemazione", la cosa dovrebbe valere anche per gli uomini che si sistemanonel godimento di prestazioni di cura,materne e segretariali, erogate gratuitamente dalle mogli a 360°: un non-detto e forse non-dicibile economico ilcui valore secondo alcuni supera i 3milaeuro netti al mese. E che in questo modo, mentre di maternage e di cura il mondo avrebbe sempre più bisogno,viene ulteriormente svalorizzato. Siconsolida infine l'idea che il matrimonio sia una fregatura da evitare in ogni modo. C'è molta materia diriflessione, mi pare.

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