lunedì 24 giugno 2002
 L"altra settimana (giovedì 13), con una breve nota in prima pagina il Corriere della sera si era schierato tra i sostenitori delle soluzioni più spinte in tema di fecondazione artificiale. La nota si concludeva così: «Il laicismo, in questo Paese, fa davvero fatica ad essere accettato». Davvero? E davvero, come affermava un titolo dell"Unità (giovedì 20), «la laicità si misura sulla 194 e l"eterologa»? I risultati di un sondaggio commissionato dallo stesso Corriere (domenica 16), dicevano che il 68 per cento degli italiani sarebbe favorevole alla fecondazione artificiale e il 41 alla eterologa, in cui pare che si sostanzi il laicismo in questo Paese (per non parlare della 194).Il laicismo, in realtà, è ben altro, come aveva già spiegato una pagina di Gian Enrico Rusconi su La Stampa (domenica 2) e come ha poi precisato (giovedì 20) un fondo di Piero Ostellino sul Corriere della sera. Peccato che Rusconi non si sia distaccato dal vecchio schema bipolare tipico del laicismo di questo Paese: da una parte i "laici", che ragionerebbero sulla base di «argomenti», dall"altra i cattolici (i «clericali» per Ostellino), che cercherebbero di «far valere in modo autoritativo le proprie verità di fede».A parte il fatto che si tratta di verità non di fede, ma di ragione, il tentativo aprioristico di declassare gli argomenti altrui a "semplici" «verità di fede» colpevoli del «ritardo culturale e politico» del Parlamento (Ostellino), questa schematizzazione è il contrario della laicità: soltanto banale laicismo (e senza laicità). La vita diffusaEd ecco, per la serie sulla logica artificialista, la trovata del dott. Carlo Alberto Redi, del "Centro di Eccellenza di Biologia applicata" dell"Università di Pavia. Sul Corriere della sera (giovedì 20) egli propone per gli embrioni surgelati «una fine migliore» dell"abbandono o dell"uccisione: «Impiegarli come cellule per terapie cellulari ricostruttive; ciò implica la vita dell"embrione, sebbene in una forma diffusa, poiché le sue cellule saranno disperse in altri individui che partecipano alla vita». Davvero "eccellenti" sia questo concetto di «vita in forma diffusa» realizzata mediante uccisione sia il modo in cui il Redi lo giustifica: «Il concetto di persona non appartiene alla biologia, ha solo validità in filosofia, diritto e teologia». Dunque per un biologo una persona non significa niente? È solo materiale biologico da «diffondere»? Pare di sì. Scrive, infatti, il Redi che «risulta immediato» che solo la sua soluzione «assicura la vita dell"embrione, al di là delle posizioni ideologiche, religiose ed etiche. La decisione sul loro destino deve essere ridotta al "che fare" e non posta nella prospettiva di derivare la decisione in base al "cosa sono"». Vedi un po" l"eccellenza della biologia. Anche questo è laicismo.Nuovi ruoliL"Unità (domenica 16) ricorda «quanto siano modificati, e nel profondo, i ruoli maschile e femminile» e che ormai è «impossibile negare l"asimmetria procreativa. Come il fatto che il concepimento dipende da lei, dalla madre». Verissimo: da lei. Da madre provetta.
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