martedì 15 marzo 2005
Laicità all'ingrosso con falle. Anche la fede dichiarata può esserlo. La prima: sabato su "Repubblica" Corrado Augias - "Votare, un diritto conquistato col sangue" - ce l'ha col card. Ruini, che "invitando i fedeli a disertare il referendum, offende chi ha dato la vita perché ci fosse il diritto al voto, e lede il Trattato sul quale si fonda la coesistenza con lo Stato". L'estremismo laico scherza allegrotto col sangue. Primo: il cardinale parla a tutti, e non solo ai "fedeli". Il diritto di parlare a tutti, e quello di tutti di ascoltare o non ascoltare, è sancito dalla Costituzione. Secondo: la legge del referendum, approvata col voto - col "voto"! - del Parlamento libero, mette tra le scelte legittime anche l'astensione: con buona pace di tutti. Terzo: la "lesione", a leggere bene i testi, non è del Trattato, ma della testa ritardata di chi pare non averlo mai letto. Lo legga: poi se ne riparlerà. Era per la laicità all'ingrosso. Alla fede, all'ingrosso e con falle, provvede "L'Unità". Sabato, p. 8, titolo forte: "Cristiano sociali: Referendum, noi andiamo a votare". Leggi il proclama, che dice di voler "dare concretezza alla laicità", e trovi "due sì", al ripensamento delle coppie e all'eliminazione dal testo del diritto del concepito, un "nì", sull'uso degli embrioni per la ricerca, e un "no", bontà loro, alla fecondazione eterologa. Naturalmente è libertà, ma è anche coerenza cristiana piena? E non basta. Domenica, sempre "Unità", p. 24, il sen. Ds Giorgio Tonini, una volta cristiano-sociale, contesta il proclama: troppo poco! "Io voterò quattro sì"! Per usare termini di moda: "accucciato all'ombra del partito". Tanti saluti alla coerenza!
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