sabato 18 agosto 2018
Il mondo che ai nostri nonni sembrava infinito, a noi oggi sembra aver ridotto le sue proporzioni, tanto è facile passare da un luogo all'altro, girargli attorno, guardarlo dall'universo. Il futuro e il passato si sono riavvicinati sotto la corsa delle ricerche, quasi una necessità di toccare con mano ogni cosa. Abbiamo rinunciato alla fantasia, abbiamo cancellato le favole e ora ci bruciamo le mani nel fuoco della realtà.
Ogni fatto, anche lontano, diviene subito nostro e cambia le ore della nostra giornata, incide sull'umore e anche sul nostro lavoro. Forse è l'umanità intera che pur combattendosi ancora con ferocia cammina più veloce verso il suo destino eterno di unità. E noi, uno ad uno, abbiamo avuto in dono la forza di sopravvivere alle avversità più dure, di ritrovare sempre la strada per riprendere coraggio e fantasia. Non c'è mai stata distruzione naturale, né guerra feroce che abbia fermato la crescita di questa straordinaria creazione che sono l'uomo e la donna, più forti di ogni avversità.
Il nostro bisogno di continuare la vita ci fa cercare in quella parte dell'universo che abbiamo appena scoperto vivere attorno alla terra, qualcosa che ci rassicuri sul nostro inizio o sulla nostra fine. Difficilmente abbiamo affidato a una fede, qualunque essa sia, la sicurezza di un futuro certo poiché tutto nasce da un credo che ci hanno insegnato senza poterlo toccare con mano, né vederlo con i nostri occhi. C'è però qualcosa di anomalo in questa nostra umanità che sembra tanto fragile, è il suo coraggio e la sua caparbia volontà di andare avanti, di non cedere mai anche alle più gravi avversità. L'uomo infine è costretto a credere nell'esistenza di qualcosa più forte e più grande di se stesso, qualcosa che egli può scoprire, ma non creare poiché la materia da questo attende la vita.
Così ognuno di noi lascia qualcosa di se stesso, anche poco, un modesto pensiero, un atto d'amore, il ricordo di una mano tesa e tutto arricchisce la terra per chi nasce dopo di noi. Allora quella assenza di vita di coloro che hanno perduto in questi giorni i sogni, i progetti, il lavoro sotto gli archi del ponte crollato speriamo che diventi, con il trascorrere del tempo, ragione di una stretta maggiore sulla serietà e l'onestà di quelli cui è affidato il nuovo lavoro e il suo controllo. Il pianto di chi aspettava al di là del ponte l'amico, il familiare, non finirà tanto presto, come si piangerà a lungo per la casa perduta e speriamo che tutto questo insegni a chi ha il potere che i voti ottenuti vanno poi guadagnati con fatica e serietà di fronte al dolore e alla disgrazia di tanti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: